COVID-19, decreto 9 marzo 2020, cosa cambia
Dal 10 marzo sull'intero territorio Nazionale sono vietati gli assembramenti di qualsiasi ordine e luogo, anche all’aperto, centri commerciali chiusi nei weekend, blocco di tutte le manifestazioni, blocco a palestre, agli impianti
sciistici, stop alla movida, a giri nei locali, allo sport, negozi bar e ristoranti aperti ma con orari contingentati e l'obbligo di far rispettare la distanza interpersonale di un metro tra i clienti, l'Italia costretta a fermarsi e gli italiani costretti a restare a casa, un provvedimento per questo definito "Io resto a casa".
Un'emergenza Nazionale decisa dal Governo, decretata dopo che molti, specie i più giovani, nel fine settimana hanno perseverato in comportamenti "abituali" ignorando o minimizzando il diffondersi del contagio, scattano così divieti e limiti negli spostamenti i tutta Italia, e diventano più stringenti anche i vincoli della vita di società e di svago.
La decisione porta una raffica di misure stringenti. La prima rivolta soprattutto ai giovani, è netta: "Ci sarà un divieto di assembramento in tutta Italia. Non ci possiamo permettere occasioni di contagio". E dunque niente movida, locali, bar, comitive, pranzi e cene di gruppo. "Bisogna evitare in tutto il Paese gli spostamenti, a meno che non siano motivati, divieto di assembramenti all’aperto e nei locali aperti al pubblico". Sospeso anche il campionato di calcio, "Non consentiremo neppure l’uso delle palestre e degli impianti di sci". chiusi cinema, teatri, concerti, l’Italia con tutte le sue consolidate abitudini deve fermarsi. Servono sacrifici per tutti, viene ribadito dal Governo, i limiti non possono interessare solo le attività produttive e il lavoro ma riguarderanno gli ambiti anche dei comportamenti extra-lavorativi con argini possibilmente insormontabili, e sanzioni per i comportamenti irresponsabili.
♦ Supermercati:
Chiusura nelle giornate festive e prefestive di tutti i centri commerciali medi e grandi, nonché degli esercizi commerciali presenti al loro interno. Durante l'apertura vanno predisposte le condizioni per garantire il rispetto della distanza di sicurezza di un metro. Sono consentite le attività commerciali a condizione che il gestore garantisca un accesso con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti.
♦ Gare sportive:
Lo sport italiano si ferma per l’emergenza Coronavirus, decisione presa all’unanimità dal Coni, e confermata da Presidente del Consiglio al termine della riunione voluta dal presidente Giovanni Malagò con i rappresentanti delle federazioni degli sport di squadra.
♦ Scuole:
Sospensione di tutti i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le università (fino al 3 aprile).
♦ Autocertificazione:
Sarà possibile fare un’autocertificazione per giustificare i propri spostamenti, «ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato», ha chiarito il presidente del Consiglio.
♦ Bar e ristoranti:
Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6 alle 18, con obbligo, a carico del gestore (pena la sospensione dell’attività), di predisporre le condizioni per garantire il rispetto della distanza minima di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
♦ Farmacie:
La chiusura non è disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita nei generi alimentari, ma il gestore è chiamato a garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione.
♦ Impianti sportivi:
Sono sospese tutte le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi, e centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza)
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Leggi e scarica il dpcm 9 marzo 2020
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