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LE PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE


Molto spesso capita di imbattersi in messaggi promozionali che promettono ma non mantengono, che omettono di inserire delle informazioni significative, oppure le inseriscono con caratteritanto piccoli da renderli difficilmente notatili. Facciamo riferimento alle pratiche commerciali scorrette ed è utile capire cosa si intende con questo termine.

È definita pratica commerciale qualsiasi azione, omissione, condotta o dichiarazione, comunicazione commerciale (compresa la pubblicità e la commercializzazione del prodotto), posta in essere da un professionista in relazione alla promozione, vendita o fornitura di un bene o servizio ai consumatori.
Essa è scorretta, ovvero illecita e vietata, se è:
- contraria alla diligenza professionale, ovvero al normale grado di competenza ed attenzione che ragionevolmente i consumatori attendono da un professionista nei loro confronti rispetto ai principi generali di correttezza e di buona fede;
- falsa;
- idonea a modificare il comportamento del consumatore, ovvero che alteri la capacità dello stesso di scegliere consapevolmente, inducendolo a prendere una decisione che non avrebbe altrimenti preso.
[1]

Sono due le categorie di condotte illecite contemplate dal Codice del Consumo: le pratiche commerciali ingannevoli, e le pratiche commerciali aggressive.


PRATICHE COMMERCIALI INGANNEVOLI

Consistono nel fornire al consumatore informazioni non veritiere o informazioni vere che, però, per il modo in cui sono presentate generano confusione con altri prodotti e servizi concorrenti inducendo il consumatore ad un acquisto che altrimenti non farebbe.[2]

Tra queste rientra la pubblicità ingannevole.

E’ingannevole qualsiasi pubblicità che non è riconoscibile in quanto tale. Ad esempio, il messaggio pubblicitario diffuso a mezzo stampa che deve essere distinguibile dagli altri testi, rendendolo chiaramente percettibile nella sua natura grazie a grafica ed espressività; si pensi ad esempio ad un operatore TV (presentatore, giornalista, ecc.) che utilizza un prodotto chiaramente riconoscibile, di fatto pubblicizzandolo, all’interno di uno specifico spazio pubblicitario.

Altro esempio di pubblicità ingannevole è quando un consumatore riceve per posta la pubblicità di un prodotto, accompagnata da una presentazione che lo porta a credere di aver vinto un premio (una somma di denaro, un viaggio, o un regalo) quando non è così.

 

LE PRATICHE COMMERCIALI AGGRESSIVE

Consistono nel ricorso a molestie o pressioni, a volte addirittura a minacce o violenza, che possono indurre il consumatore ad acquistare un servizio o un prodotto che altrimenti non sceglierebbe.[3]

Le pratiche commerciali aggressive limitano considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore. Rientrano in questo ambito, per esempio, tutti i casi in cui i venditori facciano uso di minacce fisiche o verbali, sfruttino qualsivoglia evento tragico o fatto grave per influenzare il consumatore, pongano ostacoli alla libertà del consumatore di far valere i propri diritti contrattuali, (come recedere, rescindere, cambiare prodotto etc.), minaccino di promuovere azioni legali in modo temerario, intimitadorio, o palesemente infondato.